In una clinica è stato portato un castrone a sangue caldo di 18 anni con la seguente anamnesi: perdita di peso, anoressia, spesso letargia, il tutto da circa 6 mesi. Il veterinario di fiducia aveva già escluso la Sindrome di Cushing equina. Non si evidenziavano nemmeno segni di una patologia epatica. Sono stati prelevati ed analizzati a livello parassitologico diversi campioni di feci e sono state effettuate le dovute sverminazioni. Gli esiti non hanno mostrato nulla di evidente e si è concluso che era possibile fossero causa della scadente condizione generale del cavallo.
Nella clinica è stato eseguito innanzitutto uno uno screening di laboratorio (organi più importanti, metabolismo, emocromo). Questo ha mostrato la presenza di una azotemia: urea 48,2 mmol/l (range di riferimento 3,3-6,7 mmol/l), creatinina 296 µmol/l (range di riferimento 71-159 µmol/l). Inoltre, l’albumina sierica era significativamente diminuita 16 g/l (range di riferimento: 25-54 g/l), così come la concentrazione di fosfato 0,4 mmol/l (range di riferimento: 0.7-1.5 mmol/l). Calcio 3.9 mmol/L (range di riferimento: 2,5-3,4 mmol/l) e potassio 4,9 mmol/l (range di riferimento: 2,8-4,5 mmol/l) sono risultati significativamente aumentati, invece il sodio è risultato basso 120 mmol/l (range di riferimento: 125-150 mmol/l). L’emocromo indicava una significativa e invariata anemia (ematocrito 25%). L’esame di un campione di urine prelevato tramite minzione spontanea, all’esame del sedimento non ha rivelato anomalie; il peso specifico era 1009, indicando una isostenuria. Il rapporto urinario proteine/creatinina (PU/CU) è risultato 4,9 (range di riferimento: <1) indicando una perdita significativa di proteine attraverso i reni.
Dato questo quadro generale è stata diagnosticata una “insufficienza renale cronica“. In generale, in presenza di una azotemia si stima che circa il 75% dei nefroni non sono più funzionali. La prognosi di sopravvivenza a breve termine è quindi riservata. Poiché nel caso descritto è già presente una situazione cronica (anamnesi: dimagramento cronico), la prognosi a lungo termine è piuttosto infausta.
Conclusione: elevati livelli di creatinina sierica, anche se aumentati di poco oltre il range di riferimento, devono sempre essere chiariti nel cavallo, anche se le patologie renali si verificano molto meno frequentemente rispetto a quello che succede nel cane e nel gatto. Spesso però, i cavalli con sintomi aspecifici vengono fatti visitare con molto ritardo, peggiorando così fin dall’inizio la prognosi per il completo recupero della funzione renale. Soprattutto con una sintomatologia non specifica è spesso più utile effettuare fin da subito uno screening di laboratorio per avere un “quadro generale” dello stato dell’animale piuttosto che procedere con esami e approfondimenti altamente mirati (solitamente più costosi).