In condizioni di normalità, lo svezzamento di un puledro in salute avviene intorno ai 6 mesi di vita, oltre questo termine il latte materno comincia infatti a perdere importanza come intake calorico e a ridursi in quantità e qualità. La microflora intestinale acquista la quasi completa capacità assimilativa nei confronti degli alimenti solidi a partire dai 4 mesi di vita, dopo questa età quindi, passare al mangime rispetta appieno la fisiologia equina.
E’ sempre consigliabile iniziare intorno al primo mese di vita a far assumere appositi alimenti solidi al puledro, i cosiddetti “creep-feed”, ovvero mangimi precotti caratterizzati da un contenuto elevato di grassi (attorno al 6%) e proteine (circa 16% – 18%), opportunamente bilanciati con vitamine e micronutrienti, composti in piccoli pellet adatti ad essere assunti con masticazioni ridotte, utilizzando apposite mangiatoie selettive. Questo permette al piccolo di abituarsi in modo graduale all’alimentazione solida evitando un eccessivo stress allo svezzamento, condizione che predispone all’insorgenza di gastrite ed ulcere. Queste patologie determinano uno scadimento della condizione corporea recuperabile con difficoltà in questa fase di crescita. La supplementazione con creep-feed è inoltre indicata anche quando la fattrice ha poco latte o viceversa ne produca talmente tanto da perdere condizione corporea: nel primo caso si aiuta il puledro nella crescita, mentre nel secondo lo si aiuta a consumare meno alimento liquido per “risparmiare” la fattrice, magari già di nuovo gravida.
Il puledro, intorno ai 6 mesi di vita, ha generalmente raggiunto il 40% del peso corporeo che avrà da adulto. In questa importante fase potrebbe succedere che:
- la curva di crescita ne risenta in modo negativo, se la dieta non soddisfa i fabbisogni energetici e nutrizionali caratteristici dell’età (questa condizione comporta una successiva rapida crescita compensatoria non fisiologica)
- la curva di crescita sia troppo rapida per eccesso energetico, magari con sbilanciamento nutrizionale (alimenti con troppi cereali).
Entrambe queste situazioni comportano un elevato fattore di rischio per tutte le patologie ortopediche dello sviluppo, condizionando pesantemente la carriera sportiva dei soggetti colpiti.
Svezzamento regolare
Negli allevamenti solitamente si predilige uno svezzamento drastico, principalmente per problemi logistici: i puledri vengono separati dalle madri mettendo i soggetti dello stesso sesso e di simile costituzione assieme, in modo che possano stabilire facilmente dei legami sociali e non andare in competizione eccessiva per il cibo. Il puledro deve avere la compagnia di consimili per ultimare il proprio sviluppo psico-fisico e sociale, di modo da avere un soggetto adulto sano ed equilibrato. Gli errori alimentari e/o gestionali in questa fase producono effetti, sia fisici che psicologici, a lungo termine non completamente compensabili in età adulta: disturbi gastroenterici cronici, stereotipie, aggressività, anomalie dello sviluppo.
In alcuni allevamenti si opta per lo svezzamento “light” separando per un lasso di tempo variabile madri e figli solamente nelle ore diurne e rimettendoli assieme di notte. Questo è certamente uno svezzamento più fisiologico anche se piuttosto complicato logisticamente, soprattutto per gli allevamenti più grossi.
Oltre all’utilizzo di mangimi appositi, si consiglia di affiancare un fieno di ottima qualità non troppo grossolano e con un buon contenuto proteico, di facile accesso per tutti i soggetti del gruppo, dato che nel branco di giovani si stabiliscono velocemente gerarchie sociali che potrebbero esporre i più remissivi a carenza di cibo.
Il controllo costante della situazione corporea dei soggetti appena svezzati è molto importante, anche per intuire le dinamiche gerarchiche del nuovo gruppo di giovani.
Vediamo ora quali sono i parametri di laboratorio che possono aiutarci nel monitorare il corretto accrescimento dei puledri in questa delicata fase di vita:
Esame emocromocitometrico
Situazioni di anemia, leucocitosi o leucopenia, disidratazione possono essere monitorati efficacemente con una semplice conta cellulare abbinata ad uno striscio ematico.
Proteine totali / albumina:
- molto elevate: potrebbero indicare un eccesso con la dieta o disidratazione
- molto basse: indicano una carenza nella dieta, la presenza di ulcere e/o gastrite (perdita di albumina, malassorbimento), parassitosi o grave sbilanciamento nutrizionale.
Azotemia
- se elevata: in un soggetto sano può indicare una razione troppo ricca di proteine (spesso abbinata a rialzo delle proteine totali) oppure un problema renale o ancora la presenza di catabolismo muscolare spinto (condizione sempre negativa in un soggetto in crescita)
- se molto bassa: indica viceversa una razione povera di proteine (spesso abbinata a proteine totali/albumine basse), oppure un mancato assorbimento (patologie enteriche, parassiti, …).
Calcio
- livelli elevati indicano eccessiva assunzione, quindi una dieta troppo ricca (erba medica, integrazione), oppure una patologia renale cronica che ne limita l’escrezione
- livelli bassi sono la spia di carenze nutrizionali (eccesso di cereali, assenza di integrazione).
Fosforo
- carenza: una dieta prevalentemente lattea in un soggetto in crescita veloce espone a carenza di fosforo se non vi è un’adeguata integrazione oppure indica una patologia renale
- eccesso: si può verificare per errori alimentari come l’assunzione di crusca in elevata quantità oppure per rabdomiolisi.
Una carenza di Ca associata ad un eccesso di P nei puledri in rapida crescita, espone a gravi squilibri ormonali (iperparatiroidismo nutrizionale) che condiziona pesantemente lo sviluppo scheletrico (osteodistrofia fibrosa), il rapporto ottimale Ca/P nella dieta deve essere maggiore di 2.
Anche una carenza di P espone a demineralizzazione ossea.
Fosfatasi alkalina
Fisiologicamente elevata nei giovani a causa dell’intenso rimaneggiamento osseo tipico di questa fascia di età.
Vit E / selenio
I livelli di questi elementi condizionano lo sviluppo e la funzionalità delle fibre muscolari: sappiamo che i nostri fieni ne sono piuttosto carenti e l’accesso ad un pascolo di qualità è molto difficoltoso al momento dello svezzamento che di solito si verifica nei mesi autunnali/invernali. Il monitoraggio ematologico di questi valori è indispensabile per una corretta integrazione in quanto sia le carenze che gli eccessi vanno evitati (soprattutto per il selenio c’è pericolo di tossicità, non per la vitamina E per la quale non vi sono rischi di tossicità anche per un’integrazione a lungo termine). Sono descritte patologie carenziali anche in puledri neonati in quanto il latte materno non ne contiene quasi (debolezza generalizzata, decubito, scarso sviluppo muscolare)
Rame
Si tratta di un minerale fondamentale per lo sviluppo della matrice cartilaginea articolare e la sua carenza espone alla formazione di anomalie articolari cartilaginee (chip articolari). Livelli elevati possono indicare anche infiammazione / infezione o stimolazione del sistema immunitario in quanto presente in circolo associato a proteine di fase acuta
Zinco
Una sua carenza espone a ritardi di crescita ed anomalie cutanee, un suo eccesso riduce l’assorbimento di calcio e rame.
Per il monitoraggio di zinco, rame e selenio ed altri microelementi e metalli pesanti, Laboklin propone un apposito “Profilo minerali” da effettuarsi sui peli del mantello, da cui possiamo avere una stima dell’accumulo di queste sostanze nel tempo.
Si deduce quindi, che appare importante utilizzare sempre per lo svezzamento mangimi integrati appositamente studiati per questa fase di crescita e non la semplice miscelata di cereali (o peggio un’unica tipologia di cereale) senza integrazione, in quanto sia i nostri fieni – anche se di ottima qualità – che i cereali semplici non contengono le sufficienti quantità di tutti i micronutrienti (specialmente selenio, rame, zinco e calcio) indispensabili per il corretto sviluppo osteoarticolare dei puledri che dovranno affrontare la carriera sportiva. Allo stesso modo bisogna evitare di incorrere in un sovradosaggio di integrazione, ugualmente deleterio per l’armonico e corretto sviluppo di un soggetto sportivo.
Svezzamento anticipato
Particolari accortezze appaiono necessarie quando ci si trova a dover svezzare precocemente un puledro, perchè orfano o per gravi patologie materne. Si considera lo svezzamento anticipato quando effettuato attorno ai 4 mesi di vita, che sarebbe il termine minimo di maturazione degli enterociti a supporto del passaggio all’alimentazione solida senza incorrere in gravi problematiche dovute alla insufficiente assimilazione (coliche, diarrea, carenze).
Questi puledri appaiono generalmente più piccoli rispetto ai loro coetanei e il rischio che si ritardi la crescita in questa fase è maggiore: la masticazione del fieno non è efficiente come per i puledri più grandi, la digestione della fibra non risulta completa e lo stomaco è troppo piccolo per l’ingestione della quantità di fieno adeguata a coprire i fabbisogni energetici e nutrizionali di un soggetto in crescita rapida.
All’esame emocromocitometrico e biochimico, similmente a quanto illustrato per lo svezzamento standard, è consigliabile abbinare un esame delle feci (parassitologico, ricerca di sangue occulto e dimensione delle particelle) specialmente se si verificano episodi di diarrea e grave scadimento della condizione corporea: anche se in questa fascia di età tutti i puledri dovrebbero essere stati già sverminati almeno una volta con molecole adatte all’eliminazione di nematodi, sono descritte in questi soggetti infestazioni da Giardia o Lawsonia intracellularis che richiedono una ricerca particolare (antigenica o tramite PCR) nelle feci e, quando presenti, vanno trattate con una terapia mirata.
Dott.ssa Susanna Mereghetti